C’è poco da fare: il fashion sostenibile è una necessità. Sono molte le campagne condotte in tutto il mondo da Greenpeace, e da molte altre realtà, per sensibilizzare le case di moda sull’ambiente. L’obiettivo è incentivarle ad adottare approcci più etici e meno impattanti sugli ecosistemi naturali. Una delle recenti azioni intraprese in questo senso va sotto il nome di The Fashion Duel ed è una sfida internazionale al mondo dell’Alta Moda. Si punta difendere le ultime foreste e ad eliminare il rischio di intossicazione del Pianeta con sostanze chimiche pericolose.

Questa settimana parlo del progetto di fashion sostenibile di Alessandro Dimauro. Alessandro è un creativo impegnato nella realizzazione di articoli di design che sta approdando al mondo dell’abbigliamento con un nuovo approccio.

Alessandro Dimauro

Iniziamo dal principio. Il marchio è nato nel 2011 nello studio olandese di design Maarten Baas. In quel periodo, Alessandro si è avvicinato al riciclo e al riutilizzo degli oggetti.

Una volta tornato in Italia, Alessandro ha stretto le prime collaborazioni con alcune cooperative sociali e con aziende, facendo dei materiali riciclati, della personalizzazione e della sostenibilità sociale i tre cardini del suo lavoro. Una delle realtà coinvolte fin da subito è stata la cooperativa A.L.P.I attraverso una linea di articoli riciclati a brand REDO Upcycling. Si tratta di borse ottenute da tessuti e da striscioni pubblicitari riciclati, ma anche di poltroncine in diverse versioni e di divanetti.

Borse REDO Upcycling

Poltroncine REDO Upcycling

Divanetto REDO Upcycling

Winedress in velluto beige con inserti in jeans

Custodia universale per tablet da 7''

Al momento, Alessandro si procura le materie prime in Trentino-Alto Adige, dove ci sono diverse realtà in grado di mettere a disposizione preziose giacenze di magazzino. Il suo marchio è insediato all’interno di Progetto Manifattura.

Ciò che attualmente Alessandro sta cercando di avviare è un network del riciclo in cui rientrino competenze e realtà differenti. Il tutto in un’ottica di business sostenibile. Riciclo e valore sociale sono le due parole d’ordine dei suoi prodotti.

Da qualche tempo, Alessandro collabora anche con la cooperativa CS4 tramite il brand Border. L’obiettivo è di creare oggetti di design interessanti anche dal punto di vista sociale, favorendo gli inserimenti lavorativi di fasce deboli e recuperando materiali di scarto.

Vivilavì

Detto ciò, Alessandro si sta avvicinando al fashion sostenibile grazie al brand Vivilavì. Recupera materiali come TNT e PVC, provenienti dalle manifestazioni sportive e dai musei, per consegnarli a Viviana Setti invitandola alla sperimentazione. Alessandro ha avviato una collaborazione con il Centro Moda Canossa di Trento. Questo per attivare un progetto che parli del riciclo come fonte di nuove opportunità attraverso un fashion sostenibile.

Viviana Setti, dal canto suo, sta studiando questi materiali per capire se siano difficili da lavorare o meno. Hanno una buona vestibilità? Sono adatti al gioco di volumi? Come resistono ai lavaggi?

E ora, ecco una carrellata di immagini. Quella in foto sono io nelle vesti di modella di Vivilavì! Gli articoli che ho indossato sono molto soffici al tatto, hanno tagli accattivanti e colori sgargianti. Li consiglio a chiunque non voglia passare inosservato e desideri farsi promotore del riciclo! I capi Vivilavì finora prodotti sono in vendita presso Maximilian, in via Rialto n.44 a Rovereto.

Per maggiori informazioni, contatta Alessandro via e-mail all’indirizzo alessandro_dimauro@hotmail.com o tramite la pagina Facebook.

Scena

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