Lo scorso anno, in occasione della festa del primo maggio, ho conosciuto Matteo Sigolo, appassionato di fotografia paesaggistica naturale. Io e alcuni amici avevamo organizzato un brunch alle valli di Sant’Alberto, in provincia di Ravenna. È così che l’ho conosciuto. Nell’arco della giornata ho avuto modo di parlare con lui e di vedere qualcuna delle sue foto, che trovate anche sul suo blog.
Sebbene in questi mesi stia facendo molti scatti in bianco e nero di strade, piazze e persone, sono soprattutto i paesaggi a ispirarlo. Ed è questo che mi ha colpito di Matteo: parliamo di uno studente universitario che ama ritrarre il silenzio di una vallata, la maestosità di una montagna, i riflessi di un lago.
Ciao, Teo! Quando ti sei appassionato alla fotografia e qual è stata la tua prima macchina fotografica?
Ciao Anna, prima di tutto vorrei ringraziarti per questa intervista.
La passione per la fotografia è nata una mattina di quattro anni fa. Dopo essermi svegliato, ripensando al sogno che avevo fatto, mi sono detto che avrei dovuto imparare a fotografare.
Da quel giorno, mio nonno mi ha prestato la sua Canon FTB a pellicola, e ho iniziato a scattare. Sono poi passato al digitale partendo da una reflex base per poi arrivare, dopo alcuni anni, a un modello professionale.
Oggi scatto con una 5D mkII e con una Canon Ae-1 a pellicola.
Perchè la fotografia paesaggistica?
La passione per la fotografia paesaggistica è nata un giorno in cui guardavo alcune foto su un forum della Canon di un ragazzo di Mestre, Marco Dian. Le Dolomiti le avevo vissute fin da quando ero bambino grazie ai miei genitori, ma non avevo mai visto tramonti così belli.
Mi sono innamorato di quei paesaggi e ho deciso di unire la mia passione per la natura con quella, nascente, per la fotografia.
Oltretutto, ho avuto modo di conoscere Marco, e ne è nata una bella amicizia.
La natura è una macchina perfetta che è sempre in grado di stupirti e di emozionarti. Con gli anni, grazie alla fotografia paesaggistica, ho imparato ad apprezzare ciò che sa offrire. Dai colori mozzafiato di un tramonto o di un’alba, al cielo stellato senza inquinamento luminoso. E poi lui, il silenzio quasi opprimente degli inverni rigidi, quando la neve attutisce ogni suono e ti sembra di stare in una bolla.
Amo la solitudine che la natura sa offrire. Amo perdermi in solitaria seduto su una roccia, ammirando tutta la vallata.
La fotografia paesaggistica rimane una delle mie formazioni fotografiche. Adoro anche il reportage e la street.
Quali sono i territori, italiani ed esteri, che hai visitato per i tuoi scatti? Che cosa cerchi nelle tue trasferte fotografiche?
Principalmente ho fotografato in Italia. Appennini e Alpi sanno regalare ottimi spunti, basta saperli cercare e immortalare al meglio nei diversi periodi dell’anno.
Stupende, inoltre, sono le Alpi francesi che ho avuto il piacere di fotografare, sebbene in minima parte.
Quello che cerco nella mia fotografia paesaggistica è di rimanere ammaliato, stupito, esterrefatto.
La fotografia passa in secondo piano. Prima devo essere colpito in prima persona, devo vivere la situazione, emozionarmi, per poi trasmettere parte di quel sentimento in una foto e a chi la guarderà.
A quali fotografi ti ispiri?
Mi ispiro a tanti fotografi, alcuni dei quali ho avuto il piacere di conoscere. Insieme ad altri ho avuto anche la possibilità di fotografare, imparando e crescendo molto.
Alcuni nomi sono Marco Dian, Fortunato Gatto, Andrea Pozzi, Hans Strand, Alexandre Deschaumes, Xavier Jamonet, Vincent Munier e la coppia degli Haarberg.
Qui mi sto limitando a citare solamente fotografi naturalistici e paesaggistici. Tralascio tutti i documentaristi, fotografi di strada e molti altri. La lista diventerebbe troppo lunga!
Prossimi viaggi in programma?
Dolomiti a parte, dovrei ritornare in Cina a gennaio 2015. Mi piacerebbe affrontare la transiberiana partendo da Mosca e arrivando fino a Pechino. Vorrei visitare la Mongolia e arrivare al Tibet. Nei miei piani c’è anche l’India, un viaggio che ho promesso a un’amica di famiglia che, purtroppo, non c’è più.
Questi sono solo alcuni dei tanti luoghi che vorrei poter visitare per la mia fotografia paesaggistica.
Spero di non smettere mai di viaggiare. Il viaggio amplia la conoscenza dell’Uomo. Conoscere e vivere le culture è quanto di meglio una persona possa fare nella vita.