C’è qualcuno che abbia mai pensato di avviare un’azienda agricola biologica?

Prima di rispondere a questa domande, mollate quello che state facendo. Salutate chi dovete salutare, impostate lo smartphone in modalità silenzioso, spegnete la musica. Posticipate il caffè promesso al collega, salvate in “bozze” la mail che stavate scrivendo e preparatevi a leggere un articolo che parla di sogni e di coraggio.

Sono affascinata dalla storia di Laura e Marco, due ragazzi romagnoli che hanno deciso di rivoluzionare le loro vite: dall’ufficio al campo da arare, dal digitare su una tastiera ad avviare un’azienda agricola biologica.

Lasciare tutto per cercare la felicità, per essere padroni del proprio tempo, per dedicarsi a quell’umile lavoro che ha segnato le vite dei nostri nonni.

Mollare una vita che non ti appartiene e cercare di afferrare ciò che vuoi davvero: utopia? Se Lucio Dalla, nella sua splendida Anna e Marco, cantava: ”Dov’è la strada per le stelle?”, io mi domando: dov’è la strada per la realizzazione personale? È nella rassegnazione o in una silente rivoluzione personale?

Laura e Marco hanno deciso di mettersi in gioco senza temere di essere felici.

Ragazzi, ciao! È davvero un grande piacere conoscervi. Ditemi, chi siete ora e chi eravate prima di decidere di avviare un’azienda agricola biologica?

Oggi siamo due contadini con l’ambizione di cambiare il mondo a partire da ciò che facciamo ogni giorno, cioè produrre buon cibo e prenderci cura della Terra.

Abbiamo sempre avuto voglia di contribuire a cambiare il mondo. Prima di iniziare questa avventura, eravamo due giovani laureati in Sociologia che si barcamenavano a Bologna in lavori precari.

Semine

Cosa vi è mancato fino a due anni fa?

Vivevamo un profondo malessere personale legato alle condizioni lavorative e di vita.

Abbiamo affrontato ritmi abbastanza snervanti e alti livelli di stress, soprattutto nell’ultimo anno, e i soldi non bastavano mai. Nonostante lavorassimo entrambi, non riuscivamo a fronteggiare tutte le spese. Per andare a lavoro eravamo costretti a muoverci in auto, ma non guadagnavamo abbastanza per poterla mantenere! Un paradosso che ci ha spinti a compiere alcune riflessioni.

Siamo stati attivisti di movimenti studenteschi, ecologisti e membri di comitati cittadini. Siamo sempre stati abituati a riflettere e a discutere di sostenibilità ambientale.

A un certo punto, ci siamo resi conto che il cambiamento che si cerca non basta solo dichiararlo, occorre praticarlo mettendosi in gioco.

E in quel periodo abbiamo iniziato a frequentare i mercati contadini dell’associazione Campi Aperti (legata al circuito di Genuino Clandestino). Poi siamo diventati assegnatari di un orto comunale (Dalla Parte del Cavolo, il nostro blog, è nato proprio allora per raccontare quella piccola esperienza).

È venuto spontaneo pensare che l’agricoltura potesse essere l’anello di congiunzione tra le grandi cause, i grandi sogni - che non abbiamo mai abbandonato - e il cambiamento quotidiano.

Ci teniamo a sottolineare che la decisione di andarcene da Bologna nell’autunno del 2013, per tornare a Rimini, non è stata presa a cuor leggero. È stato un piccolo trauma, per noi e per le persone che ci circondavano. Abbiamo lasciato una città che amavamo e che iniziavamo a sentire nostra.

In quel momento, però, ci è sembrata la cosa migliore da fare. A distanza di due anni restiamo di quell’idea.

Trapianto

Parlatemi della vostra politica agricola: quale agricoltura promuovete? C’è qualcuno a cui vi ispirate?

Quando abbiamo deciso di avviare la nostra azienda agricola biologica abbiamo scelto l’agricoltura contadina. Si tratta di quella diversificata e di piccola scala che viene portata avanti da chi pensa che la terra non sia solo un semplice fattore produttivo.

Rifiutiamo l’utilizzo della chimica di sintesi e pensiamo che la sostenibilità ecologica debba rappresentare il movente di ogni azione.

Una delle malattie dell’agricoltura industriale è la pretesa di controllare tutte le variabili che la natura produce, e di rendere tutto prevedibile. Quando qualcosa sfugge al controllo, si tenta di risolvere il problema per via tecnologica o con qualche prodotto chimico.

Gli ecosistemi, in realtà, sono molto più complessi, e non completamente prevedibili.

Lavorazione del terreno

Abbiamo un dialogo costante - a volte duro e conflittuale - con l’ecosistema con cui abbiamo a che fare, ma senza la pretesa della completa sottomissione delle dinamiche naturali alla nostra volontà.

Pensiamo a un’agricoltura legata al territorio e supportata dalla comunità. Ciò significa costruire relazioni di fiducia con le persone che consumano i tuoi prodotti, e che diventano qualcosa di più di semplici clienti. Imparano a conoscere e a rispettare il tuo lavoro e a sostenere il tuo progetto.

Un nostro riferimento è la rete di Genuino Clandestino, che promuove in molti territori l’agricoltura contadina attraverso mercati e iniziative di vario genere.

Poi guardiamo con interesse alcuni percorsi che prendono vita nel Sud del mondo, dove l’agricoltura contadina ha un ruolo rilevante nella produzione agroalimentare. E dove ci sono esperienze e riflessioni che parlano anche alla nostra porzione di pianeta. Un esempio su tutti: la riflessione e le pratiche sull’agroecologia sperimentate in Brasile dal movimento dei Sem Terra.

Viviamo in un territorio che ha una tradizione contadina molto radicata, molte cose si sono un po’ perse negli ultimi decenni. Per fortuna, però, stiamo trovando canali e relazioni che ci permettono di riscoprire saperi e pratiche antiche ma, allo stesso tempo, attualissime.

Stiamo conoscendo agricoltori che provano a non disperdere questo patrimonio e stiamo frequentando corsi organizzati da piccole associazioni.

Tutte queste cose, fino ad alcuni anni fa, erano banali e scontate, ma oggi è necessario riscoprirle e diffonderle.

Aratura

Mi piacerebbe conoscere la vostra giornata-tipo: a che ora suona la sveglia? E come si sviluppa la giornata?

È il clima a decidere per noi. L’estate appena trascorsa, ad esempio, è stata caldissima e si poteva lavorare solo per poche ore al giorno, la mattina presto e la sera. Una volta sfamate le galline, quando il sole diventava troppo rovente, ci si riposava un po’, oppure si sbrigavano i lavoretti in casa. Dopodiché si tornava in campo nel tardo pomeriggio.

In realtà le variabili di cui tenere conto, e i lavori da fare, sono tantissimi, quindi ogni giornata fa storia a sé.

In autunno e in inverno i tempi sono più rilassati e le giornate più brevi, si può riposare, leggere e coltivare altri interessi.

Aratura terreno

Cosa e come producete? Dove possiamo acquistare i vostri prodotti?

La nostra attività principale è l’orto, produciamo ortaggi e un po’ di frutta, abbiamo un po’ di ulivi e di vigne. E poi abbiamo alcune attività integrative. Eventuali rimanenze di frutta e ortaggi le trasformiamo in marmellate e in conserve per evitare lo spreco. Abbiamo alcuni animali: galline, polli, anatre e oche che ci danno uova e carne.

Anatre e Oche

Anatre e Oche

In queste settimane abbiamo affittato ulteriore terra su cui ci sono altrae vigne, alberi da frutto e ulivi, per cui estenderemo la produzione di queste cose. I nostri prodotti possono essere acquistati direttamente in azienda, oppure al mercato settimanale di produttori a cui partecipiamo a Cattolica.

Pulcini

Verdura

Raccolta piselli

Una curiosità personale: avete ricevuto qualche contributo dall’Unione Europea?

Questo è un tasto dolente. Quando abbiamo iniziato facevamo molto affidamento su quella possibilità per avviare l’azienda agricola biologica. Poi, però, ci siamo resi conto che era più complicato del previsto.

Per accedere ai finanziamenti devi avere un progetto di medio periodo. Meno risorse hai di partenza e meno possibilità hai di essere aiutato.

Il grande problema è l’accesso alla terra: se non sei già nel settore, è molto difficile entrarci in modo stabile.

Abbiamo molte difficoltà finanziarie e, da due anni, lavoriamo nella nostra azienda agricola biologica con attrezzature insufficienti. E con un surplus di fatica a volte evitabile.

La nostra vera risorsa sono le persone che ci circondano e che credono in noi. Acquistano i nostri prodotti e partecipano alle cene che organizziamo per autofinanziarci, oppure ci aiutano in alcuni lavori e a far funzionare le cose.

Raccolta scarti di potatura

Piantine di Cavoli

Cosa riserva il futuro?

Vorremmo condividere la nostra esperienza insieme ad altri, la terra che abbiamo a disposizione ci consente di coinvolgere altre persone.

Restiamo convinti che l’agricoltura contadina possa essere un’occasione per dare lavoro di qualità e reddito a molti, e noi vogliamo fare la nostra parte.

In questi giorni, il nostro blog Dalla Parte del Cavolo è divenuta un’associazione.

Vorremmo che diventasse un punto di riferimento per chi sta cercando di avviare un’azienda agricola biologica facendo. E un modo per dar vita a iniziative sociali e culturali capaci di rafforzare il senso di questo lavoro.

Cavoli e radicchi