Parlare di tutela dei delfini dell’Alto Adriatico mi riempie il cuore! Davvero, l’argomento di questa settimana è ad alto tasso glicemico. Sì perché il delfino, in sé, non è solo un mammifero. È l’emblema della dolcezza infinita.

Anche in Adriatico ci sono i delfini, tant’è che in questi anni ho sperato più volte di avvistarne qualcuno. Fortuna che, a individuarli e a tutelarli, ci sono Rebecca Andreini, Nicola Aurier, Michela Spreafico e Carlo Pezzi. Sono loro i membri del team di Delfini Bizantini, una recentissima associazione nata per la tutela dei delfini dell’Alto Adriatico. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di incontrare Rebecca e di conoscere più nel dettaglio questo progetto.

Ciao, Rebecca! Cosa ti ha spinta ad avvicinarti al mondo naturale?

Ciao, Anna! Sono nata con una particolare sensibilità ed empatia nei confronti del mondo animale. Da bambina molto timida e introversa, mi sono sempre sentita più mio agio con gli animali che con le persone.

Con il tempo, gli animali sono diventati anche una via per aprirmi e comunicare con la gente. Molto presto ho scoperto che l’amore per loro è un fortissimo mezzo di unione.

Ognuno di noi ama profondamente il proprio cane o il proprio gatto. In questo senso, l’animale diventa anche un tramite per conoscersi, per scoprirsi e per apprezzarsi. Questo indipendentemente dalle distanze mentali tra noi esseri umani.

Come hai conosciuto gli altri componenti del team?

Delfini Bizantini è rappresentata da 4 ricercatori, di cui 2 biologi e 2 veterinari.La solida amicizia che mi lega a Carlo e a Michela si è costituita nel tempo grazie alla forma mentis e all’interesse scientifico che ci accomunano.

Tutti abbiamo fatto della nostra passione un duro percorso di studi che si è tramutato in una professione. La capacità di comprendere realmente le rispettive difficoltà, e di condividere i successi, è divenuto un collante sempre più efficace.

Nicola ed io ci siamo conosciuti durante il suo tirocinio formativo in Francia. Nicola stava svolgendo un’interessante ricerca sulla bioacustica dei delfini. È un biologo molto appassionato e competente, motivo per cui ho subito pensato di coinvolgerlo in questo progetto.

Quando è nato questo progetto di tutela dei delfini?

Questo progetto di monitoraggio e di tutela dei delfini dell’Alto Adriatico è nato grazie al percorso formativo di ciascuno di noi.

Alla base di Delfini Bizantini c’è un duro lavoro di formazione, studio e ricerca. L’idea nasce dall’assenza di dati significativi sulla popolazione di delfini dell’Alto Adriatico che insiste in questo tratto di mare. Una condizione, questa, che ci ha stimolati a colmare questa lacuna.

Il progetto è attivo da maggio nella sua fase di ricerca sul campo. Seguiranno tante iniziative aperte al pubblico e consultabili sulla nostra pagina Fb.

Perché la tutela dei delfini dell’Alto Adriatico? Su quali specie vi state concentrando?

I delfini suscitano una forte empatia, l’attenzione su di essi è sempre maggiore sia da parte del privato cittadino che degli enti pubblici e privati che operano nel settore marittimo. L’ottenimento di dati certi sulla presenza frequente di questi animali, in particolare della specie tursiope, è un punto di forza per la nostra area costiera. Essa ha ricadute positive sia dal punto di vista economico che sociale, ma anche in termini d’immagine e di educazione e rispetto ambientale.

I delfini sono a forte rischio di estinzione. Per fortuna vengono sempre più tutelati dalle normative nazionali, europee e mondiali. Si pensi, ad esempio, alla Convenzione di Washington e ad ACCOBAMS, che riunisce i paesi del Mediterraneo pertutelare i cetacei delle nostre acque.

Nonostante questo, gli sforzi e le attività di ricerca nell’Adriatico sono sempre state penalizzate e messe poco in evidenza.

La carenza di dati su questo tratto di mare non consente di avere un quadro chiaro dello stato di salute e dell’abbondanza di delfini nelle nostre acque. Non permette nemmeno una collaborazione proficua con altri enti di ricerca operanti nel settore.

Non dimentichiamo che il delfino rappresenta, dal punto di vista scientifico, una specie sentinella in grado di fornire informazioni importanti sullo stato di salute del mare, sull’inquinamento e sui cambiamenti climatici che si stanno verificando.

Delfini

A questo proposito, il progetto non si limita alla sola ricerca sui delfini. Prende anche in esame gli altri grandi veterbrati marini dell’Adriatico come, ad esempio, le tartarughe, gli squali e alcune specie ittiche.

Puoi descrivermi gli step di sviluppo di questo progetto per la tutela dei delfini dell’Alto Adriatico?

Inizialmente c’è una ricerca sul campo. Dalle schede di avvistamento compilate per noi da pescatori, sommozzatori, scuole di nautica e Capitaneria di Porto, ricaviamo informazioni sul luogo, la data e l’ora di avvistamento degli animali.

Avvistati gli animali, l’approccio punta a non disturbare l’attività dei delfini e a non creare loro alcun danno.

Si esegue la fotoidentificazione scattando fotografie delle pinne dorsali. Grazie a un software ci permettono di distingure i singoli soggetti, verificando progressivamente se vengono riavvistati o se compiono migrazioni.

Compiliamo una scheda di segnalamento, raccogliendo i dati clinici degli animali e annotando comportamenti e attività degli stessi. Con un idrofono registriamo le emissioni sonore dei delfini, cercando una corrispondenza con le attività comportamentali osservate.

La seconda fase della nostra tutela dei delfini dell’Alto Adriatico prevederà la messa a punto di una piattaforma informatica. Sarà lì che inseriremo i nostri dati. Si tratterà di uno strumento open source per poter condividere e confrontare liberamente i dati raccolti con altri enti di ricerca.

Delfini Bizantini vuole anche fare divulgazione e informazione scientifica dirette agli appassionati, alle scuole primarie e secondarie. Ma anche attività dimostrative in mare aperto rivolte al pubblico.

I vostri metodi di studio sono invasivi?

Delfino

Assolutamente no. L’approccio ai delfini e le attività di raccolta dei dati sono stati stilati seguendo le regole di ingaggio scientifiche ufficiali del 2011.

Il nostro obiettivo è non arrecare mai alcun disturbo. Se dovessimo accorgerci del contrario, interromperemmo immediatamente l’attività di ricerca.

Il vostro studio contribuisce anche a fornire dati sulla salute generale dell’ambiente?

Sì, l’intenzione è di valutare, attraverso il delfino, la salute del mare nel suo insieme.

Verranno considerate le specie ittiche e le loro migrazioni, le tartarughe e gli squali. Questo per ottenere un quadro complessivo e realistico della condizione di salute dell’Alto Adriatico.

Questi dati sono essenziali per sviluppare, in collaborazione con chi opera nel settore marittimo, le attività di tutela e le misure correttive attuabili nel rispetto del nostro mare.

Collaborate con altre realtà di ricerca? E siete supportati da qualche ente specifico?

L’associazione collabora attivamente e costantemente col Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. Questo organismo coordina e controlla l’operato dell’associzione sul campo.

L’associazione, inoltre, collabora con il Circolo Velico Ravennate e il Circolo Velico di Punta Marina, che hanno messo a nostra disposizione i mezzi nautici per la ricerca sul campo.

L’Associazione Paguro e la Ditta Ciappini - Trasporti Marittimi ci hanno accolti sulle loro imbarcazioni, fornendoci informazioni essenziali.

Delfini Bizantini ha ricevuto molte richieste di collaborazione e di creazione reti per lo scambio di dati scientifici. Questo ci rende molto fieri.

Quale sarà il futuro di Delfini Bizantini?

Nei prossimi mesi intensificheremo la ricerca sul campo e organizzeremo eventi aperti al pubblico. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della ricerca, e far conoscere a tutti la realtà del nostro mare.

L’associazione è totalmente autofinanziata. Chiunque voglia contribuire alla tutela dei delfini dell’Alto Adriatico può fare una donazione su buonacausa.org a nome Delfini Bizantini. E poi, chiaramente, può sempre seguire la nostra pagina Facebook.