Qualunque strada deciderete di percorrere nella vita, sappiate che sarà sempre meglio scegliere uno dei percorsi escursionistici italiani sottoposti alle attività di manutenzione del CAI! Perché la vita, di per sé, è già abbastanza complicata, e se possiamo risparmiarci frane e alberi caduti, tanto meglio. O no?

Questa settimana intervisto Paolo Proli, presidente della sezione forlivese del CAI, che mi ha parlato di un’attività fondamentale per l’escursionismo: la manutenzione dei sentieri.

Paolo Proli

Salve, Dott. Proli. In effetti, non ho mai riflettutto troppo sul discorso della manutenzione dei percorsi escursionistici italiani. Le andrebbe di parlarmene?

Certamente! Devi sapere che in Emilia-Romagna la pulizia e la manutenzione dei sentieri esiste già da molti anni. Questo anche grazie agli accordi presi con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Essendo la rete di sentieri molto fitta in tutta la nostra zona, la loro cura è diffusa ovunque. Il CAI propone iniziative curiose come, ad esempio, l’adozione dei sentieri: in quel caso, un certo sentiero viene tenuto in cura esclusivamente da un dato socio.

Ad ogni modo, che si tratti di adozione o che si faccia riferimento alle consuete attività di manutenzione, il fine è quello di permettere una percorrenza sicura.

Come funzionano, a livello operativo, le attività di manutenzione dei sentieri?

Un volontario all'opera

Con cadenza semestrale si organizzano squadre di volontari che percorrono i sentieri armati degli attrezzi necessari. Questa attività è interna al CAI, ed è tanto faticosa quanto indispensabile perché rende accessibile un sentiero.

Si interviene per ripulirlo dalla presenza di eventuali rifiuti, ma anche per rimetterlo in sesto dopo frane, alberi caduti o altro.

Al termine della manutenzione si compila un documento che riporta il sentiero, la data, il luogo e il tipo di problema eventualmente incontrato. Possiamo intenderlo come una specie di ‘archivio’.

E, in questo senso, vengono svolte attività di formazione all’interno del CAI?

Sì. Dopo l’entrata in vigore del Testo Unico sulla Sicurezza, il CAI ha deciso di impartire corsi di formazione ai propri operatori dei sentieri. E anche corsi interni per la formazione sull’uso degli strumenti e dei dispositivi di protezione individuale. Quella svolta dal volontario sui percorsi escursionistici italiani è una prestazione soggetta ad alcuni rischi.

Mirko Mariani, volontario CAI.

Queste sono le parole del Dott. Proli, ma io voglio ascoltare anche il parere di un volontario. Così ho pensato di far riferimento a un mio buon amico, Mirko!

Ehi, Mirko, mi dici la tua?

Ciao, Anna! Quella di quest’anno è stata la mia prima esperienza nella manutenzione dei sentieri, visto che sono uno degli ultimi ‘acquisti’ del CAI forlivese.

Ho svolto il lavoro in coppia, insieme ad altri volontari. Serviva togliere i rami caduti a terra e tutto quello che avrebbe ostruito il passaggio, ma anche riverniciare la segnaletica sui tronchi.

Quest’anno il lavoro non è mancato e arrivare a fine sentiero è stata una faticaccia. Insomma, la birra finale ce la siamo meritata!

Scherzi a parte, alcuni escursionisti ci hanno ringraziato molto per il lavoro svolto e questo ci ha fatto parecchio piacere. In Romagna abbiamo delle bellissime zone collinari e dobbiamo conservarle al meglio per la gioia di tutti!

Foto di copertina: Philip Larson via Photopin.