A Faenza c’è RIUp www.riup.eu, una start-up il cui obiettivo è riutilizzare gli scarti industriali per proporre un design ecosostenibile. Il riutilizzo, per RIUp, è una filosofia di vita e di lavoro!
Silvia Dal Prato è un architetto libero professionista impegnato sul fronte del design, ma anche in ambito urbano e territorialee. All’interno di RIUp è coordinatrice generale. Sono proprio curiosa di saperne di più! In che modo è possibile riutilizzare gli scarti industriali?
Ciao, Silvia. Grazie innanzitutto di aver accettato l’intervista. Quando è nata l’idea di RIUp e di riutilizzare gli scarti industriali?
Ciao, Anna! RIUp nasce da un’esperienza precedente, chiamata RI.KEA nella mia città. Si è trattato di un evento rivolto alla cittadinanza come provocazione e riflessione sul riciclo e il riuso. Il successo di RI.KEA nella mia città si è evoluto in RIUp, una start-up che produce oggetti di arredo green e sostenibili per la casa.
Vorrei capire più nel dettaglio: qual è l’aspetto green della vostra start-up?
RIUp si caratterizza per l’innovazione di far rientrare il concetto di design seriale e di prodotto all’interno dell’ambito del riciclo.
Vuole essere un nuovo sistema produttivo per ammortizzare l’impatto ambientale. Come? Trasformando gli scarti aziendali in oggetti di design per la casa che siano funzionali, componibili e accessibili a tutti. RIUp mira a riutilizzare gli scarti industriali.
Quali sono le caratteristiche dei vostri prodotti?
RIUp riesce a dare una seconda vita agli elementi sotto forma di oggetti di design prodotti in modo seriale. Si basa, sostanzialmente, sul principio di autocostruzione.
Questi prodotti sono studiati e progettati in modo che sia l’utente finale a provvedere al montaggio dell’oggetto. Questo con l’aiuto del libretto di istruzioni a corredo di ogni prodotto.
Dove reperite le materie prime? Quale uso ne fate?
Lavoriamo con le aziende delle nostro territorio, Faenza e circondario. Inizialmente mappiamo gli scarti emergenti disponibili, Poi scegliamo quelli più interessanti basandoci su alcuni criteri: serialità, convenienza economica e di lavorazione, fattibilità normativa nel recupero dello scarto. Riutilizzare gli scarti industriali richiede comunque uno studio pregresso.
In che modo le altre realtà aziendali e le singole persone collaborano con voi? Qual è il vostro modo di fare rete e di coinvolgere le persone?
Per quanto riguarda gli aspetti operativi, lavoriamo con due cooperative faentine: la CEFF e il Comitato di Amicizia, una Onlus che ci aiuta con la logistica e il ritiro della merce nelle aziende.
Per la progettazione, abbiamo i nostri designer all’interno del team. Collaboriamo anche con designer e studi esterni.
Siamo sempre alla ricerca di professionisti pronti a studiare con noi il modo migliore di riutilizzare gli scarti industriali. Abbiamo anche un bando aperto e offriamo le royalties sulle vendite.
Avete ricevuto fondi per attivare RIUp?
Nel 2014 abbiamo vinto diversi premi grazie alla nostra partecipazione a concorsi come Emilia-Romagna Start-Up. Ci siamo classificati fra i 10 finalisti.
E poi c’è stata Impresa Creativa. In questo caso, siamo stati fra i 3 vincitori.
Nel passato abbiamo anche vinto Spinner ICC, che ha finanziato lo sviluppo del nostro business plan attraverso consulenze e viaggi all’estero.
Che cosa vi aspettate da questo 2015 appena iniziato?
Il 2015 sarà l’anno del lancio. Stiamo lavorando sull’ultimazione dei nostri primi prototipi per uscire sul mercato con i nostri prodotti nella seconda metà dell’anno.
Foto di copertina: Nick Page.