Gli orti urbani a Ravenna per realizzare aree coltivabili, per trasformare la coltivazione in un momento di condivisione sociale e per recuperare quartieri cittadini in cerca di riscatto. Gli orti urbani sono il cruccio di Ra-dici, un gruppo ravennate che promuove la partecipazione della cittadinanza nella gestione delle aree urbane per la rigenerazione dei contesti marginali. Tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Qualche giorno fa ho incontrato Riccardo Ricci Petitoni, membro attivo di Ra-dici. È a loro che ho chiesto un po’ di informazioni su questo bel progetto di e per Ravenna.
Ciao, Riccardo! Diamo il via alla nostra chiacchierata partendo dalle radici di Ra-dici: gioco di parole a parte, di cosa si tratta?
Ciao, Anna! Ra-dici è un progetto fondato sui concetti di sostenibilità ambientale e di partecipazione attiva.
Ra-dici si è concentrato fin da subito su tre filoni: ambiente, mobilità sostenibile e coinvolgimento della cittadinanza. Nell’autunno 2016 è stato incluso fra i progetti di CRE.S.CO, spazio di coworking ravennate dedicato a progetti di innovazione sociale e all’industria creativa e culturale. Come diretta conseguenza di questo, il gruppo operativo di Ra-dici per la realizzazione di orti urbani a Ravenna si è fatto più ampio e attivo.
Gli step successivi sono stati resi possibili grazie all’aiuto delle persone che hanno creduto in questo progetto. A questo proposito, oltre a CRE.S.CO ringraziamo il dott. Paolo Monduzzi dell’associazione ‘Naviga in Darsena - Darsena Pop Up’ che ci ha sempre offerto il suo prezioso supporto.
È grazie a lui se oggi abbiamo a disposizione gli spazi in cui riporre le attrezzature e le risorse idriche necessarie a irrigare i nostri orti urbani a Ravenna.
La vostra attenzione è rivolta alla zona Darsena, giusto?
Esatto. Al momento le nostre attività sono volte al recupero della banchina e alla riqualificazione urbana dell’intero quartiere.
Dov’è nato Ra-dici? Da quante persone è composto?
Ra-dici è nato nella Darsena di Ravenna. È qui che risiede la nostra base operativa. Oltre a me, gli attuali componenti sono Eleonora Morlotti, Silvia Barbero, Pietro Marangoni, Andrea Gatta, Chiara Brandi e Beatrice Bellotti.
Agricoltura urbana ed economia di transizione: sono questi i due cardini principali della vostra attività quotidiana?
Proprio così, Anna, questi sono due argomenti che ci stanno molto a cuore. Siamo convinti che, al di là del classico contesto rurale, occorra produrre risorse anche all’interno del perimetro urbano. Vogliamo educare grandi e piccoli all’importanza della stagionalità e all’attenzione verso l’origine del prodotto.
Le attività legate agli orti urbani innescano meccanismi molto importanti in termini di coesione sociale.
In un futuro nemmeno troppo lontano, vorremmo realizzare un orto urbano in ogni quartiere della città. Crediamo che questo serva sì a educare all’ambiente e alla tutela della salute, ma anche a spingere persone dello stesso quartiere alla condivisione.
I vostri orti urbani a Ravenna si rivolgono a persone di tutte le età: questo aspetto mi piace molto!
Sì, assolutamente. E abbiamo anche in mente diversi laboratori in scuole e istituti.
Quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?
A settembre, in collaborazione con Forese Arte Festival e con Matteo Biserna, parteciperemo a Talea, la festa del forese di Castiglione di Ravenna. In quell’occasione proporremo il laboratorio di stampa e grafica per grandi e piccini Ra-dici sotto-sopra: green-art dall’orto.
Con CRE.S.CO organizzeremo la festa di quartiere, poi ci saranno le attività con l’associazione Tra le Nuvole che propone il C.R.E a Marina di Ravenna. Insieme daremo vita a un laboratorio volto all’installazione di un orto utilizzando cassette di legno riciclate.
Il prossimo inverno, quando l’attività di coltivazione sarà sospesa a causa del freddo, proporremo focus su argomenti specifici. Insomma, le idee non mancano e l’energia nemmeno. Non resta che incrociare le dita!