La mobilità sostenibile a Ravenna non è utopia. Spero solo che venga migliorata costantemente attraverso step concreti. L’idea di realizzare questa intervista è nata durante un mio recente soggiorno a Vienna, la città di Freud, di Mozart e della Sacher torte. Ho visitato tutta la città in sella alla mia bici da turismo.

Chilometri e chilometri di meravigliose piste ciclabili si estendono lungo tutto il territorio urbano, consentendo a chiunque di raggiungere qualsiasi meta. Ogni giorno, famiglie biondissime e sorridenti le percorrono ordinatamente e col caschetto allacciato. Alcune zone della città, ipoi, ospitano interi viali completamente chiusi al traffico! Un sogno.

La diligenza degli automobilisti è commovente, danno la precedenza ai ciclisti in qualsiasi momento. A Vienna sembrerebbe regnare l’armonia universale fra automobilisti e ciclisti!

Il soggiorno viennese mi ha fatto riflettere sul concetto di mobilità sostenibile e sul grande significato che dovrebbe avere in qualsiasi contesto urbano. Un minor impatto ambientale in termini di inquinamento atmosferico e acustico. Meno territorio “mangiato” dalla costruzione di strade e di infrastrutture. Meno ingorghi cittadini e miglior viabilità stradale. Vorrei solo che la mobilità sostenibile a Ravenna avesse sempre più importanza!

È alle amministrazioni pubbliche che spetta promuovere e attuare le buone pratiche di mobilità nel contesto urbano. Ecco perché intervistato Enrico Liverani, assessore ai Lavori Pubblici e alla Mobilità della mia Ravenna. Il mio obiettivo è ottenere una risposta a questa domanda: come se la cava, la mia città, in termini di mobilità sostenibile?

Enrico Liverani

Gentile Ass. Liverani, è un piacere intervistarLa per MyHumus. Mi dica, quali sono i doveri di un Comune in questo senso?

Salve, Anna. Nell’ambito della mobilità sostenibile a Ravenna, promuoviamo gli spostamenti di persone e di cose, contenendo, per quanto possibile, le esternalità negative associate al traffico.

I primi effetti negativi dati dall’ambiente urbano sono, in primis, l’inquinamento atmosferico e quello acustico. Parlare di mobilità sostenibile in ambiente urbano significa orientare la mobilità di residenti e city user così che questi possano privilegiare gli spostamenti sostenibili. Quindi le loro gambe, la bicicletta o i mezzi pubblici.

Così facendo, si può contribuire anche al miglioramento delle condizioni ambientali della città, migliorando la qualità dei luoghi, permettendo alle persone di riappropriarsi degli spazi pubblici e aumentando la vivibilità cittadina. Il tutto senza rendere la città blindata.

Quali difficoltà si fronteggiano in fatto di mobilità sostenibile a Ravenna?

Credo che la difficoltà maggiore risieda nel cambiamento delle abitudini.

Come per qualsiasi altro cambiamento, deve essere preceduto da una campagna informativa importante che definisca il progetto e il senso che racchiude.

Penso sia utile orientare campagne informative e campagne formative. Le prime dedicate agli adulti, in modo che apprendano come sta avvenendo il cambiamento. Le seconde, invece, dedicate ai ragazzi e ai bambini, più propensi ad adottare stili di vita migliori, più sani e sostenibili.

L’altra difficoltà è la carenza attuale di risorse. Pare facile prendere la decisione di destinare risorse alla mobilità sostenibile a Ravenna, ma non è così. L’attuale congiuntura economica rende difficile anche la più banale delle decisioni sull’allocazione di risorse.

Se la confrontiamo con altri Comuni emiliano-romagnoli, secondo Lei a che livello si posiziona Ravenna? Quali passi sono stati compiuti e quali vittorie sono state conseguite finora?

L’Emilia-Romagna vanta un alto livello culturale e di efficienza nel campo della mobilità sostenibile e intelligente. Non dimentichiamo che Ferrara o Reggio Emilia sono ai primi posti in Italia per chilometri di piste ciclabili.

Ravenna è ai primi posti nei vari settori. Dal punto di vista degli strumenti legati alla mobilità sostenibile e alla sicurezza stradale, credo non sia seconda a nessuno.

Abbiamo appena aggiornato il nostro Piano della Mobilità Ciclistica e siamo alla quarta edizione del Piano della Sicurezza Stradale Urbana. Abbiamo appena adottato le linee guida europee per la redazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e avviato il percorso partecipativo. È iniziata la redazione del Piano per l’Accessibilità Urbana dedicata alle persone disabili, alle quali stiamo dedicando tutte le attenzioni possibili. Stiamo acquistando veicoli elettrici per sostituire quelli a benzina in servizio agli uffici comunali. Nel Piano del Traffico abbiamo anche introdotto diversi provvedimenti importanti di park pricing per i prossimi anni.

Diciamo che l’attenzione è a tutto tondo, e intendiamo mantenerla così.

Italia ed Europa: a che punto siamo, in termini di mobilità intelligente?

Ci sono ancora tantissimi veicoli e altrettante abitudini non in linea con quelli su cui, ormai, l’Europa è definitivamente orientata.

Abbiamo ottenuto buoni risultati e adottato buone norme. Dovremmo cercare di fare di più, ognuno nel proprio piccolo e per la propria parte, piccola o grande.

Ci sono buone pratiche che Le piacerebbe importare dall’estero?

Ci siamo confrontati con gli esperti di altri Paesi europei in occasione di progetti dedicati alla mobilità sostenibile.

La sensazione che abbiamo avuto non è mai stata di inferiorità culturale o propositiva, anzi. Semmai, abbiamo difficoltà a fare rispettare le regole che riusciamo a introdurre.

Mi piacerebbe mettere a frutto e rendere durature le buone pratiche che già nascono nel nostro Paese, in genere, e nella nostra città, in particolare.

In tutti i casi, non siamo presuntuosi: ogni buona pratica può e deve essere ‘copiata’ senza vergogna.

Quali prospettive ha in serbo per il futuro prossimo di Ravenna?

La mobilità sostenibile a Ravenna ha imboccato la strada giusta. Abbiamo le carte in regola per darci una qualità dell’abitato e del territorio estremamente elevata. Abbiamo gli strumenti giusti e stiamo adottandone di nuovi, e crediamo che la differenza possano farla i nostri cittadini.

Penso che l’adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile sia un passo decisivo per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Si riscopre, così, una cultura del fare comunità, educando/rieducandoci a un approccio più sano agli spazi cittadini e al nostro territorio in generale.

Foto di copertina: pequeno_hobbit via Photopin.*