Coltivare all’asilo può accompagnare i bambini nel processo di conoscenza dell’ecosistema?

Quanto è urgente rinnovare l’istruzione infantile in tal senso? Come offrire nuovi stimoli ai più piccoli e metterli in contatto diretto col mondo che li circonda? Serve che il mondo dell’istruzione abbia un taglio più ambientalista?

Come rinnovare l’istruzione infantile? Come offrire nuovi stimoli ai più piccoli e metterli in contatto diretto con il mondo che li circonda?

Da sinistra: Gabriele, Jonathan, Edoardo e Davide.

A queste domande hanno dato una risposta i quattro architetti di aut- -aut: Gabriele Capobianco, Jonathan Lazar, Edoardo Capuzzo Dolcetta e Davide Troiani.

Insieme hanno ideato un progetto che coniuga infanzia e coscienza ambientale. Si chiama Nursery Fields Forever e propone, sostanzialmente, di coltivare all’asilo.

In base a questo progetto, fin dalla più tenera età i bambini hanno la possibilità di avvicinarsi all’agricoltura urbana interagendo con piante e animali, sperimentando in prima persona.

La loro proposta ha suscitato moltissimo interesse mediatico e si è aggiudicata il primo premio al concorso di idee London Nursery School indetto da AWR Competitions.

Una possibile risposta giunge dai quattro architetti di aut- -aut, all’anagrafe Gabriele Capobianco, Jonathan Lazar, Edoardo Capuzzo Dolcetta e Davide Troiani.

Insieme hanno ideato un progetto che coniuga infanzia e coscienza ambientale, Nursery Fields Forever, ovvero l’orto nell’asilo: fin dalla più tenera età, i bambini hanno la possibilità di avvicinarsi all’agricoltura urbana interagendo con piante ed animali, sperimentando in prima persona.

La proposta di questo giovane team ha suscitato moltissimo interesse mediatico e si è aggiudicata il primo premio al concorso di idee London Nursery School indetto da AWR Competitions.

Ecco la mia intervista a Jonathan Lazar.

Ciao, Jonathan! Presentiamo aut- -aut: di cosa si occupa? Qual è la sua filosofia?

Ciao, Anna! aut- -aut è il luogo immateriale in cui alcuni giovani architetti hanno deciso di far convergere il loro impegno.

È una piattaforma aperta, flessibile e orizzontale, capace di dilatarsi o di restringersi a seconda dell’esigenza e delle competenze necessarie per affrontare un certo tema.

L’architettura in sé, oltre ad essere uno strumento di ricerca e di lettura critica del contesto e delle sue contraddizioni, convoglia un certo discorso attraverso la figurazione di spazi nuovi, a volte provocatori.

Qualche giorno fa sono venuta a conoscenza della vostra proposta: coltivare all’asilo. È fantastica! Ti va di raccontarmi com’è nata questa idea?

Certo! C’è bisogno di lavorare all’approccio educativo dell’asilo, piuttosto che ai suoi spazi. L’innata propensione all’esplorazione della natura che i bambini possiedono non è valorizzata dalla scuola.

Serve proporre un’inversione di tendenza attraverso la diffusione di un approccio che, per quanto semplice, sia provocatorio. Anche così potrà suscitare l’interesse delle persone.

Quando scuola, tecnica e natura si fondono insieme

Quale consapevolezza ambientale viene normalmente trasmessa ai più piccoli all’interno degli asili e delle scuole materne?

La relazione con l’orto e gli animali è quasi sempre limitata a momenti dedicati o a sporadiche visite a fattorie didattiche. Le giornate dei piccoli devono essere pervase dal rapporto con la natura ed essere scandite dal suo ritmo. Devono essere messi nelle condizioni di poter coltivare all’asilo insieme agli adulti, ad esempio.

I bambini, soprattutto quelli che abitano le grandi città, ignorano i processi naturali più elementari. Alcuni non conoscono l’origine del latte o pensano che i fagioli crescano in barattoli di latta!

C’è una forte mancanza di esperienza diretta e una negazione processuale generata dall’egemonia industriale del comparto agroalimentare.

Imparare a conoscere la natura attraverso la pratica

Coltivare all’asilo è il principale obiettivo del vostro progetto? Quale apprendimento viene proposto?

Speriamo che Nursery Fields Forever solleciti la nascita di asili in cui lo sviluppo emozionale, cognitivo e sociale dei bambini sia stimolato dall’interazione con piante e animali. Ma anche dalla collaborazione tra compagni che condividono una missione comune.

Le nostre spazialità ibridano ambienti scolastici classici e ambienti agricoli. A una divisione in classi si preferisce una routine giornaliera basata sulla cura di piante e animali.

Crediamo che sia necessario sviluppare una coscienza ambientale fin dall’infanzia. Coltivare all’asilo potrebbe contribuire proprio in tal senso.

Questa stessa coscienza ambientale farà di loro degli adulti capaci di compiere scelte di consumo memori dell’esperienza vissuta.

Imparare a conoscere la natura attraverso la pratica

Avete già sperimentato l’idea di coltivare all’asilo? Qualche struttura si è già resa disponibile?

No, ancora no. La volontà propagandistica alla base della scelta del metodo di rappresentazione del progetto è stata premiata dall’ampia risonanza mediatica. E poi anche dall’interesse diffuso per un rinnovamento dell’istruzione infantile in chiave ambientalista.

Speriamo che questo interesse si traduca presto in qualcosa di concreto. Noi siamo pronti a sviluppare l’idea iniziale che abbiamo proposto.

Un’ultima domanda prima di salutarci: cosa vi attende nei prossimi mesi?

Ognuno di noi sta portando avanti progetti indipendenti e, insieme, stiamo lavorando a nuove proposte per concorsi. Alcune di esse affrontano ancora il tema dell’educazione infantile.