Quanti modi ci sono per scegliere un turismo responsabile in Italia? Ma soprattutto, su cosa si basa la scelta di un viaggio?
Proviamo a pensarci: c’è chi viaggia per cercare delle risposte e chi per mettersi alla prova. C’è chi fugge il caos e chi parte per saziare la propria sete di conoscenza. C’è chi viaggia per non pensare a niente e chi desidera avere un po’ di tempo per sé. Si è soliti pensare di partire verso una destinazione. E se la destinazione, oltre a essere fisica, fosse anche umana?
Qualche tempo fa mi sono imbattuta in un sito molto interessante, quello di Destinazione Umana.
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Voglio conoscere persone, non mete fini a sé stesse. Voglio incontrare, scambiare e saziare così la mia sete di conoscenza. Voglio essere pellegrino, curioso esploratore e nomade con lo zaino sulle spalle. Voglio essere accolto con sensibilità ed originalità, come fossi il primo ad arrivare. Voglio apprezzare il valore più profondo di una storia.
In questi giorni ho avuto il piacere di intervistare Silvia Salmeri, co-founder di Destinazione Umana ed esperta di comunicazione e marketing. Scopriamo insieme a Silvia la storia e lo scopo di questo bel progetto?
Ciao, Silvia. Perché questo progetto?
Ciao, Anna! La storia è lunga e nasce principalmente da me. Qualche tempo fa ho aperto un b&B sulle colline della Valsamoggia, il Comune in provincia di Bologna in cui abito.
L’esperienza da host mi ha insegnato due cose: la prima è che per lavorare bene bisogna fare rete e affidarsi a chi di dovere. Questo se non si hanno il tempo e/o le competenze per promuovere adeguatamente la propria attività. La seconda è che gli ospiti erano sì interessati alla colazione e alle belle camere, ma erano soprattutto alla ricerca di un contatto umano. Cercavano un messaggio positivo.
Dalla prima intuizione è nato ViviSostenibile), dalla seconda Destinazione Umana.
Il viaggio introspettivo, di crescita personale, e quello verso una meta: sono due aspetti che considerate nella stessa misura?
I luoghi sono per noi molto importanti e, in particolare, abbiamo a cuore la promozione delle aree rurali, quelle che non conosce nessuno. Vogliamo promuovere un turismo responsabile in Italia, appunto.
Tuttavia, al centro dell’attenzione mettiamo le persone. Vogliamo creare un mondo interconnesso dove chiunque possa mettere a disposizione degli altri la propria esperienza. Ciò affinché diventi motivo di ispirazione.
Aiutiamo le persone a vivere il viaggio come crescita, d’ispirazione e di terapia per l’anima.
Li mettiamo in contatto con chi possa essergli d’aiuto in questo cammino, speriamo, alla ricerca della felicità.
Spiegami meglio: in che modo fate vostri i principi di sostenibilità ambientale? Come proponete un turismo responsabile in Italia?
Crediamo che chi si faccia portatore del valore del rispetto, lo abbia per tutto ciò che lo circonda: l’ambiente e le persone.
Per questo non chiediamo che le strutture spuntino una lista di requisiti tecnici: sarebbe limitante, e anche un po’ banale.
Si tratta, invece, di un approccio rispettoso della vita a 360 gradi. Chi si avvicina ai nostri progetti è già in linea coi valori della sostenibilità ambientale. È già di per sé un turista responsabile.
Cosa pensi che stia ricercando il vostro cliente-tipo?
Risposte, ispirazioni, approfondimenti che solo persone con interessi, esperienze e valori simili ai suoi possono dargli.
C’è chi è più interessato ai temi della sostenibilità ambientale, o abita in città e vuole capire com’è la vita in campagna. C’è chi è in crisi, vuole mollare tutto e cambiare vita, ma non sa come fare. Sente quindi il bisogno di confrontarsi con chi già ha affrontato questo percorso. Poi ci sono le persone interessate al mondo della social innovation e delle start-up, che sceglieranno un host innovatore sociale per approfondire questi temi.
In linea generale, quanto interesse riscontrate da parte del pubblico giovane verso il turismo etico e sostenibile?
Quantificarlo è difficile, ma posso dire che stiamo riscontrando molto interesse dal pubblico più variegato.
Ne sono testimoni tutte le storie che ci sono arrivate grazie al contest, e che abbiamo pubblicato sulla nostra mappatura partecipata. Il numero di destinazioni umane iscritte, oltretutto, è raddoppiato da giugno, data di lancio del progetto.