Qualche tempo fa ho avuto il piacere di conoscere Convivio, un progetto che ha portato il tema dell’umanizzazione delle cure oncologiche e della prevenzione a tavola anche nel contesto ospedaliero.
Si tratta di un progetto destinato ai pazienti e agli accompagnatori che si rivolgono all’oncologia di Verona diretta dal Prof. Giampaolo Tortora, primario della UOC di Oncologia della AOUI veronese.
Il team di questa sezione è composto da Clelia Bonaiuto e Ilaria Trestini, entrambe dietiste. Insieme a loro ci sono Daniela Cafaro, project manager, Martina Cerpelloni, responsabile della comunicazione, e tanti volontari e stagisti desiderosi di offrire il loro contributo.
Oltre a svolgere le sue normali mansioni presso il servizio di nutrizione oncologica, Clelia Bonaiuto si dedica alle tante attività di umanizzazione delle cure oncologiche del reparto. È a lei che ho chiesto qualche informazione in più su Convivio.
Dott.ssa Bonaiuto, grazie per aver accettato l’intervista. Come sempre, mi piacerebbe cominciare dalle origini: potrebbe dirmi quando e com’è nato Convivio?
Ciao, Anna. Certamente! Convivio nasce circa 5 anni fa. La Dott.ssa Cingarlini mi aveva chiesto di organizzare merende alternative con assaggi di cioccolato. Questo per invogliare i nostri pazienti alla diversificazione alimentare.
Da anni, a Verona, è attivo il Centro Pancreas che raggruppa diversi reparti che collaborano per seguire al meglio questo tipo di pazienti. Ovviamente, ci occupiamo di tutti i tipi di tumori, tanto che siamo diventati Cancer Center per il Veneto.
Per alcune tipologie tumorali, parlando di nutrizione, abbiamo bisogno di mantenere o di aumentare il peso dei nostri pazienti. È necessario farlo diversificando il loro modo di alimentarsi.
Le motivazioni che stanno dietro a questa esigenza sono diverse. Un paziente non sottopeso risponde meglio alle terapie. Inoltre, possiamo somministrargli più farmaco ottenendo una più alta efficacia.
Potrebbe spiegarsi meglio, per favore?
Certo. La chemioterapia modifica il modo di alimentarsi. In molti casi, altera il gusto dei cibi inducendo il paziente a diminuire l’introito calorico, e non solo.
Il gusto e l’olfatto cambiano significativamente, non si è in grado di assaporare una pietanza. A volte, mangiare diventa un supplizio.
Il fatto è che la perdita di peso, nel caso della cura di malattie al pancreas e al sistema digerente in generale, non deve avvenire.
La nostra umanizzazione delle cure oncologiche risiede anche in alcune specifiche attività gastronomiche ora racchiuse in Convivio con gusto e salute. Esse vogliono favorire l’appetito proponendo menu che aiutino e stimolino i pazienti. Ci sono primi piatti, spuntini e sapori forti come quelli delle acciughe e dello zenzero.
Umanizzazione delle cure oncologiche, certo, ma anche proposte di momenti di svago. Giusto?
Esatto. Oltre ai temi legati all’alimentazione, proponiamo attività di svago. Abbiamo impiegato due anni per avere tutti i permessi che ci consentissero di iniziare le attività di Convivio. È stato un successo fin da subito.
Quindi le vostre attività non parlano solo di prevenzione a tavola…
Già! Convivio propone complessivamente 7 tematiche: cucina, musica, arte, hobbistica, sanità, estetica e lettura.
I nostri volontari trattano uno specifico tema ogni volta. Il progetto propone più o meno 3 incontri a settimana.
Inizialmente Lei era l’unica persona a occuparsi di tutte le attività di Convivio?
Convivio è il frutto di una collaborazione a quattro mani insieme alla Dott.ssa Daniela Cafaro, che si è occupata della parte amministrativa.
Vista l’ampiezza e la complessità del progetto, abbiamo subito capito quanto fosse necessario l’aiuto di qualcuno che potesse affiancarci nell’organizzazione e nella gestione tecnica dei vari appuntamenti.
La prima ad arrivare è stata Ilaria, prima come stagista e poi come ricercatrice. È con lei che oggi condivido l’onere e l’onore dell’ambulatorio nutrizionale.
Poi è stata la volta di Martina e, per qualche mese, di Marta: entrambe sono state fondamentali nella gestione e nella comunicazione legata a Convivio. Martina collabora ancora oggi con noi.
Daniela e Miriam ci stanno dando una mano attraverso il servizio civile. Siamo tante. Nel solo 2016, da gennaio a dicembre, abbiamo effettuato più di 1.700 consulenze. C’è sempre tanto lavoro da fare e dividersi i compiti è fondamentale.
Convivio è rivolto sia ai pazienti, sia alle persone esterne?
Sì, trattandosi di umanizzazione delle cure oncologiche, in primis si rivolge ai pazienti oncologici e ai loro accompagnatori.
Ovviamente s’indirizza anche a tutti coloro che fanno capo al nostro reparto e alle persone interessate agli argomenti che trattiamo.
Collaborate anche con strutture esterne?
Sì, a volte ci avvaliamo anche di strutture esterne.
Il corso La Cucina del Convivio, ad esempio, è stato condotto presso il Centro Formativo degli Stimmatini di Verona dotato di uno spazio e di un bravissimo chef, Fulvio De Santa. Insieme a loro siamo state invitate allExpo per organizzare un convegno e uno showcooking.
Quante persone avete coinvolto, finora, nel vostro percorso di umanizzazione delle cure oncologiche?
Finora abbiamo avuto più di 300 volontari locali. Ci sono state accademie, conservatori, piccoli artigiani, imprenditori e associazioni. E poi abbiamo coinvolto la società letteraria italiana, le università e fino a 2.000 pazienti.
Credo che Convivio sia il più importante progetto di questo tipo in Italia. A questo proposito, dobbiamo ringraziare il Professor Tortora e tutti coloro che rendono speciale questo progetto.
Una curiosità personale: quali consigli pratici sono stati dati durante l’incontro di cucina?
Oltre alla consueta attività di educazione alimentare, abbiamo proposto un focus sul tipo di pentole e sui tipi di cottura.
Ad esempio, consigliamo di non lasciare il cibo nelle pentole in alluminio e di privilegiare materiali naturali anche per la cottura. Riguardo alle pentole antiaderenti, consigliamo di utilizzare solo quelle di nuova generazione senza PFOA. Le persone usano spesso pentole rovinate che, in realtà, dovrebbero essere buttate via, e non prestano molta attenzione ai materiali.
Anche sulle pellicole per avvolgere i cibi si potrebbe aprire un capitolo. Ce ne sono alcune più adatte agli alimenti grassi e altre che lo sono meno. Potremmo parlare di questo argomento per ore…
Credo che queste nozioni siano estremamente importanti anche in termini di prevenzione.
Prima di salutarci, vorrei porLe un’ultima domanda: quanto peso hanno alimentazione, genetica e stile di vita nell’incidenza di malattie come quelle che trattate?
Diciamo che l’alimentazione incide per un 30%. La genetica per circa un 50%. Il restante è dovuto allo stile di vita.
Foto di copertina: Toa Heftiba via Unsplash.