Non ho mai pensato di adottare una mucca, ma potrei iniziare a farlo! Specie perché ho avuto modo di conoscere più da vicino un progetto super simpatico e interessante il cui nome, obiettivamente, dice tutto: Adotta una mucca.

Se qualche tempo fa, su MyHumus, si parlava di adottare un albero, oggi vi parlo di fare lo stesso con una mucca. Come dire, vi sto offrendo un sacco di spunti interessanti per i vostri prossimi regali! Insieme a Ilaria Sordo, ideatrice e curatrice del progetto, ho conosciuto meglio questa nuova iniziativa.

Ilaria Sordo

Ciao, Ilaria! Mi parli delle origini di Adotta una mucca?

Ciao, Anna! Il progetto è nato nel 2005 per far conoscere e valorizzare le malghe e i prodotti caseari della Valsugana e del Lagorai. Grazie alla veicolazione dell’universo malga, il progetto propone un approccio educativo alla montagna, all’ambiente e alla tradizione casearia d’alta quota.

Il progetto di adottare una mucca è stato oggetto della mia tesi di laurea.

Come si può adottare una mucca?

Adottare una mucca è molto semplice: a fronte di un contributo di 60 euro si ha diritto a scegliere l’animale consultando un catalogo cartaceo oppure www.visitvalsugana.it.

Alla scoperta degli animali

Ad ogni adozione, 10 euro vengono destinati a progetti di beneficenza, mentre 50 euro vanno alla malga per il mantenimento estivo della mucca adottata.

Da metà giugno a metà settembre, la famiglia adottante ha diritto di andare in malga e ritirare prodotti caseari per un valore di 50 euro.

All’adesione vengono rilasciate la carta d’identità della mucca scelta e la lettera che ne ufficializza l’adozione, da esibire al ritiro dei formaggi in malga.

Fonte: archivio Apt valsugana

Perché adottare una mucca? Quali aspetti del territorio si vuole promuovere?

Questa iniziativa permette all’APT Valsugana Lagorai di promuovere il proprio ambito come territorio ancora integro. Ancora oggi si può conoscere l’antica arte della caseificazione di montagna, di cui malghe, alpeggi, pastori e casari sono i testimoni più importanti.

Non spediamo i prodotti caseari per invitare gli aderenti al progetto a vivere un’esperienza in prima persona in malga. Chi ha scelto di adottare una mucca deve conoscerla, così come deve conoscere la Valsugana e il Lagorai.

Vogliamo avvicinare sempre più persone all’ambiente naturale e rurale della Valsugana e del Tesino, promuovendone il rispetto e la tutela.

Promuoviamo una maggior consapevolezza verso l’alimentazione sana e genuina. Lo facciamo promuovendo i nostri formaggi prodotti con metodi antichi.

Qualsiasi realtà, anche una scuola, può adottare una mucca?

Adotta una mucca è nato pensando ai più piccoli e a coloro che vivono in città. Intendiamo offrire un’opportunità di avvicinamento alle malghe della Valsugana e del Lagorai, ma anche un contatto diretto con la natura.

Oltre alla buona partecipazione dei residenti in provincia di Trento, sono soprattutto i turisti da fuori regione ad adottare una mucca. Un’azione che, in molti casi, è stata vista come un’occasione per un simpatico regalo.

Come promuovete questo progetto?

L’iniziativa viene promossa ogni anno attraverso la stampa di 30.000 cataloghi distribuiti presso gli uffici dell’APT Valsugana e alle fiere cui partecipa.

Al progetto è dedicata una precisa sezione del sito. Poi abbiamo Facebook e Twitter (vi ricordo l’hashtag #adottaunamucca!).

L’iniziativa viene raccontata spesso dagli aderenti sul blog, a garanzia della positiva esperienza vissuta in malga.

Fin dall’inizio, Adotta una mucca ha destato l’interesse della stampa e ha permesso di parlare del territorio su quotidiani e periodici nazionali. Ora, adottare una mucca è qualcosa di meno sconosciuto!

Domanda doverosa: cosa succede quando la mucca adottata diventa anziana?

Le mucche adottabili sono mucche da latte e non da carne. Non sono destinate al macello.

Prima di salutarci, dimmi: cosa vi aspettate per il futuro?

Salamoia e giro delle forme

Visto il successo crescente, l’iniziativa andrà avanti anche nei prossimi anni.

Nuove malghe della Valsugana e del Lagorai si sono fatte avanti. Il catalogo 2016, quindi, sarà ancora più ricco.

Proseguiranno anche le attività di Malghese per un giorno. Da metà giugno a metà settembre, tutte le settimane, ci si incontra nelle malghe che aderiscono all’iniziativa. Questo per assistere alla lavorazione del latte da parte del casaro e per capire cosa significhi vivere e lavorare in malga.

Con il loro lavoro, i malghesi di questa zona sono diventati l’anello di congiunzione tra un passato dalle radici profonde e un presente sempre più bisognoso di ritmi naturali. Grazie a Malghese per un giorno, riescono a coinvolgere residenti e turisti in uno spaccato della loro vita. L’obiettivo è di recuperare alcune peculiarità del territorio nell’ottica di uno sviluppo, anche economico, di tipo sostenibile.