Questa settimana voglio parlarvi dei vantaggi di un matrimonio sostenibile. Sì, avete letto bene: sostenibile!
Quando pensiamo a questa cerimonia, in realtà, è più facile pensare al termine insostenibile. Spesso, ad essere tali, sono i suoi preparativi, così come i costi e gli sprechi annessi.
Una coppia di Ravenna ha deciso di uscire dai classici schemi, rendendo l’insostenibile decisamente più sostenibile. Stefania Pelloni e Fabrizio Bozzi hanno deciso di raccontare il giorno del loro matrimonio su MyHumus. Un matrimonio atipico ma divertente, non c’è che dire! Tutto è nato da una conversazione di questo tipo:
Lei: ”Amore, facendo due conti mi sono accorta che conviviamo da 20 anni. Se ci sposassimo sarebbe chiedere troppo?” Lui: ”Ok, ma a un patto: non dobbiamo spendere più di 100 €“.
È più o meno così che è andata fra Stefania e Fabrizio. Loro, di euro per il matrimonio, ne hanno spesi 110. Sì, avete letto bene: 110€ in tutto!
L’articolo di questa settimana racconta di un matrimonio sostenibile che ha fatto di etica, riutilizzo e riciclo i suoi must. Con l’aiuto di un esercito di amici, Stefania e Fabrizio sono riusciti a organizzare le loro nozze spendendo una sciocchezza. Ma iniziamo dal principio…
Ciao, Stefania! Come primissima cosa voglio dirti che sei un mito: spendere 110€ per il proprio matrimonio è un record!
Ciao, Anna! Dopo 20 anni di convivenza ammetto di aver attuato un certo pressing nei confronti di Fabrizio. Per metterlo alle strette gli ho perfino detto che più tempo avrebbe impiegato per decidersi, più sarebbe aumentato il numero degli invitati!
Il nostro matrimonio è stata una delle mie migliori azioni di partecipazione di sempre.
Brava! È così che si fa, nella vita: bisogna essere senza macchia e senza paura. Scherzi a parte, com’è nata l’idea di questo matrimonio sostenibile?
Dopo tanti anni insieme, l’idea di sposarci è nata quasi per scherzo. Fabrizio diceva che il matrimonio non avrebbe cambiato nulla, ma era qualcosa a cui io tenevo molto.
Dopo un po’ di tempo, Fabrizio si è finalmente deciso: va bene, sposiamoci, ma alla condizione di non superare il budget di 100 €! Una gran bella sfida, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.
Ok, cominciamo dal principio. Inizia da dove vuoi…
Benissimo! Allora, dunque: il matrimonio è stato ufficializzato dal nostro amico Andrea che, per l’occasione, si è vestito da Willy Wonka. Ha pure deciso di tenere in mano un libro di Hundertwasser, artista che io amo alla follia, anziché la Costituzione!
A tutti abbiamo spedito gli inviti alle nozze in formato digitale, via chat o e-mail. Abbiamo precisato che non erano graditi né il regalo né l’abbigliamento elegante. Volevamo solo che fossero presenti ai festeggiamenti e che condividessero insieme a noi la gioia di quel giorno.
Dove avete festeggiato? E quanti invitati ci sono stati al vostro matrimonio sostenibile?
I festeggiamenti sono stati nel cortile della casa dei miei genitori, in compagnia di 100 invitati.
In veranda abbiamo allestito un buffet multiculturale a cui hanno contribuito tutti i presenti, molti dei quali stranieri. Bibite, bevande, aperitivi e caffè provenivano dal commercio equo e solidale.
Nei mesi che hanno preceduto il nostro matrimonio sostenibile, ho mobilitato decine di persone che mi hanno aiutata a reperire il necessario per l’allestimento. Le 120 sedie provenivano da un centro di Ravenna. Piatti, forchette, coltelli, bicchieri e caraffe sono stati presi in prestito dalla Festa de l’Unità di Porto Fuori, sempre in provincia di Ravenna. Oltre ai tavoli abbiamo trovato tantissimi pallet che abbiamo impilato uno sull’altro.
Ogni tavolo è stato decorato con rocchetti di filo bianco, mazzi di fiori freschi raccolti da mio padre sull’argine del fiume e cestini colmi di confetti.
Le bomboniere sono state dei sassolini racchiusi all’interno di un uncinetto. Per intere settimane, aiutata dalle mie amiche sarte, ho preparato i centrotavola, i cuscini bianchi da posizionare in giardino e alcune bandierine con cui addobbare il cortile”.
Parlami del tuo vestito: com’era?
Per la realizzazione del mio vestito da sposa ho attivato una campagna di sensibilizzazione. Insieme a un’amica modellista ho studiato la sua realizzazione a partire da rimanenze di tessuto.
Ne è venuta fuori una tunica a kimono lunga fino ai piedi e decorata con alcuni pizzi di famiglia. Indossare il mio vestito da sposa è stato come avere addosso dei “pezzi di cuore”. Lo strascico è stato allacciato al vestito tramite un elastico. A un certo punto della cerimonia, ho potuto toglierlo senza problemi e rendere più pratico l’intero abito.
Alla fine dei festeggiamenti ho tagliato il mio abito da sposa per trasformarlo in un secondo abito, che ho indossato in Comune il giorno dopo per le firme ufficiali.
Il tessuto che ho tagliato è servito a realizzare una sacca per mio nipote e una tenda per il nostro bagno di casa.
E Fabrizio, invece?
Fabrizio voleva sposarsi in jeans e camicia. Ha indossato un paio di jeans e una camicia di lino ottenuta dalla lavorazione di alcuni scampoli.
Se per il mio abito abbiamo speso circa 8 €, per quello di Fabrizio ne abbiamo spesi sì e no una decina.
E le fedi? E la torta nuziale?
Ho deciso di indossare la fede della mia cara nonna, Fabrizio quella di suo padre.
Per la torta nuziale, un amico ha preparato due torrette in legno riciclato. I ripiani sono stati riempiti di dolci fatti a mano da alcune amiche: muffin a volontà, 100 piccoli bomboloni e 300 praline di cioccolato. La sorella di mia nonna ci ha regalato due torte che abbiamo posizionato in cima alle torrette.
Che fine ha fatto il cibo avanzato?
Il cibo avanzato… non è avanzato!
Quale ricordo hai di quel giorno?
È stata energia allo stato puro e felicità, davvero tanta felicità. Nessuno smetteva di ridere e la nostra unione è stata una vera festa per tutti.
Il nostro matrimonio sostenibile dimostra che organizzare una cerimonia etica, senza spreco e spendendo pochi soldi, è possibile.
Foto di copertina: Scott Webb via Unsplash.